Coltivare in città. Che cos’è l’agricoltura urbana?

In tutte le città del mondo stanno aumentando gli orti comunitari e la vendita diretta dagli agricoltori. Queste iniziative di agricoltura urbana possono migliorare l’accesso al cibo, creare posti di lavoro, abbellire aree degradate, fornire occasioni di istruzione e di volontariato. Conosciuta anche come urban farming, con agricoltura urbana ci si riferisce alla coltivazione e/o alla distribuzione di prodotti e di animali da allevamento nelle aree urbane o periurbane. Vediamo di che cosa si tratta entrando nello specifico e cercando di chiarire i seguenti punti:

1. Che cos’è l’agricoltura urbana?

Molto genericamente, se si coltivano o si distribuiscono prodotti agricoli in un’area urbana o suburbana, possiamo parlare di agricoltura urbana.

Cominciamo ad orientarci esaminando una serie di dati forniti dalla Fao:

  • L’agricoltura urbana è praticata globalmente da più di 800 milioni
  • Circa il 90% di tutti i prodotti agricoli sono commercializzati su mercati integrati in un territorio
  • Circa il 15-20% del cibo mondiale viene prodotto nelle aree urbane
  • L’urban farming è rilevante per le fasce povere (fino al 60% del loro cibo)
  • L’area globale dell’agricoltura urbana irrigata è stimata in 24 milioni di ettari  (l’11% di tutte le coltivazioni irrigate)
  • Il 60% delle coltivazioni irrigate si trova in un raggio di 20km dalle città

Sebbene sia utile a fornire cibo soprattutto nei food desert, i cosiddetti deserti alimentari, luoghi dove il cibo fresco può essere difficile da reperire, implementare forme e programmi di agricoltura urbana presenta ostacoli e sfide come l’accesso al suolo, i costi delle coltivazioni, l’inquinamento ambientale, preoccupazioni per la salute pubblica ecc. Insomma, esistono elementi che possono rendere difficile la crescita delle aziende agricole nelle aree urbane.

L’urban farming può includere:

  • Coltivare in modo tradizionale
  • Coltivare piante fuori suolo
  • Coltivare piante in acqua (acquaponica)
  • Produrre semi
  • Orti sui tetti
  • Orti scolastici
  • Mercati degli agricoltori
  • Fattorie urbane
  • Coltivazione di fiori
  • Fattorie e orti verticali
  • Allevamento di bestiame
  • Apicoltura
  • Piscicoltura e acquacoltura

È ovvio pensare che l’agricoltura urbana si riferisca alla produzione alimentare, in realtà va oltre. I programmi e le iniziative relativi all’agricoltura urbana, infatti, includono:

  • l’utilizzo dei rifiuti alimentari
  • la riduzione dei rifiuti
  • accordi di cooperazione per il compostaggio per aumentare la qualità del suolo

In sintesi, l’agricoltura urbana è un concetto dinamico che comprende varie tipologie di agricoltura che vanno dalla produzione di sussistenza e dalla trasformazione a livello familiare fino all’agricoltura con obiettivi commerciali.

Parliamo sempre di agricoltura urbana anche se si tratta di coltivazioni di sopravvivenza come nello Sri Lanka o a Rosario in Argentina, dove le persone più indigenti possono coltivare nei loro cortili o in zone libere della città per motivi di sicurezza alimentare. O in Kenya, dove gli agricoltori peri-urbani su piccola scala possono allevare il bestiame e generare un reddito nelle aree che circondano la città di Nairobi. Ma agricoltura urbana è anche la coltivazione per motivi di svago e ricreazione o per motivi terapeutici come in Olanda dove si coltivano fiori e di verdure nei giardini delle città.

I governi nazionali o locali possono sostenere attivamente queste pratiche o proibirle. Le organizzazioni di sostegno come le organizzazioni non governative possono fornire agli agricoltori urbani servizi di formazione e supporto. Gli istituti di ricerca possono indagare le superfici e la qualità dei terreni disponibili per l’urban farming, verificare nuove pratiche di produzione o monitorare gli impatti dei vari progetti.

2. Come funziona l’agricoltura urbana?

Le iniziative di agricoltura urbana possono funzionare in modo diverso a seconda delle esigenze locali e del tipo di programma: da piccole realtà di quartiere a fabbriche in grado di servire migliaia di persone, da coltivazioni tradizionali a coltivazioni altamente tecnologiche. Un programma di agricoltura urbana può essere privato o ricevere finanziamenti da enti o governi. Gli orti comunitari possono contare su volontari per lavorare la terra e distribuire cibo. Altri programmi possono assumere persone per coltivare o distribuire prodotti.

Qualche esempio?

  • Il Boston Medical Center ha installato sul suo tetto una fattoria in grado di fornire prodotti freschi e locali al maggior numero possibile di pazienti, dipendenti e membri della comunità, oltre che ridurre le emissioni di carbonio prodotte dal trasporto di alimenti.
  • A Toronto  l’università sta testando quali colture abbiano più probabilità di riuscita sui tetti della città.
  • I circa 60 orti urbani (su oltre 150 spazi verdi condivisi) nel territorio di Roma. Si tratta prevalentemente di aree verdi abbandonate, recuperate da associazioni o gruppi informali di cittadini che ne curano la realizzazione e/o gestione, con significative ricadute sul piano sociale, economico ed ambientale.
  • La fattoria aeroponica sostenibile e con automazione end-to-end di AeroFarms in grado di servire milioni di persone.
  • Il nuovo centro di raccolta e stoccaggio delle eccedenze alimentari provenienti da diversi punti vendita della grande distribuzione per ampliare la rete degli hub di quartiere contro lo spreco di cibo realizzata dal Comune di Milano in collaborazione con partner e associazioni del territorio.
  • A Manila, l’NXTLVL Farms è il pioniere e la principale fattoria urbana indoor nelle Filippine. Con fattorie a Metro Manila, questa azienda è in grado di coltivare verdure a foglia vicinissimo ai consumatori. Secondo la FAO, le Filippine hanno uno dei sistemi agricoli più vulnerabili al mondo. Essendo un paese soggetto a disastri, ha mezzi limitati per garantire un sistema alimentare sicuro ai suoi abitanti. Il governo filippino ha quindi approvato un disegno di legge per la conversione delle terre inutilizzate e l’uso di altri spazi aperti nelle aree urbane del paese in siti di giardinaggio comunitario.

Insomma, paesi, persone e gruppi gestiscono iniziative e programmi agricoli in modi diversi.

3. In che modo l’agricoltura urbana influisce sulla salute?

L’agricoltura urbana può influenzare positivamente lo stato di benessere di una comunità fornendo sicurezza alimentare, relazioni tra i membri della comunità e benessere in generale. Nelle aree che hanno orti comunitari o fattorie urbane, le persone possono mangiare più frutta e più verdura. E, come ci dicono medici e dietologi, una buona alimentazione è uno dei fattori che permettono di prevenire malattie croniche. Lavorare negli orti può migliorare la salute mentale, aumentare l’attività fisica e coinvolgere le persone nelle loro comunità. Programmi e iniziative di urban farming a un livello più ampio possono creare posti di lavoro e quindi un maggiore benessere.

L’agricoltura urbana può anche presentare svantaggi che influiscono sulla salute nel caso di rischi di contaminazione del suolo e dell’acqua. Se una persona mangiasse prodotti coltivati ​​in un terreno contaminato, potrebbe ammalarsi. Ma anche disagi economici: se l’azienda agricola o il progetto chiudono, possono diminuire diminuire accesso al cibo e occupazione.

4. L’agricoltura urbana può ridurre i deserti alimentari?

I deserti alimentari sono aree in cui le persone non possono accedere facilmente a cibo nutriente e conveniente. Le persone in queste aree vivono in una situazione di insicurezza alimentare, il che significa non avere certezze di come nutrire sé stesse o le loro famiglie. La parola deserto potrebbe far pensare solo a zone rurali, in realtà riguarda anche molti quartieri urbani. In genere, sono aree a basso reddito dove un gran numero di abitanti non possono permettersi di fare la spesa al supermercato o comunque di accedere a cibo di qualità. Possono trasformarsi in deserti alimentari anche zone rurali isolate con popolazione prevalentemente anziana quando i piccoli negozi di paese chiudono. Creare orti comunitari o ospitare mercati degli agricoltori in queste aree può ridurre il numero di deserti alimentari.

In molti paesi in via di sviluppo, l’agricoltura urbana può essere essenziale in termini di produzione alimentare. Ma questi paesi potrebbero non avere accesso o finanziamenti per metodi di coltivazione più sostenibili. Ad esempio, alcuni governi la vedono come un rischio per la salute pubblica perché, ad esempio, gli allevamenti potrebbero attirare zanzare potenziali portatrici di malattie.

5. L’agricoltura urbana è sostenibile?

Se il programma è gestito bene, a lungo termine può servire le persone nella comunità ed essere una fonte produttiva di cibo. Coltivare cibo direttamente dove le persone lo mangiano può ridurre i costi di trasporto. I programmi di riduzione degli sprechi alimentari e di compostaggio possono anche apportare benefici all’ambiente riducendo i rifiuti nelle discariche e mantenendo la terra nutrita. Gli orti comunitari e altri programmi di agricoltura urbana possono aumentare il valore delle proprietà.

In termini di sostenibilità ambientale, l’agricoltura ha un impatto sulla terra, e non sempre in modo positivo. Le fattorie mal gestite possono creare odore, rumore o deflusso dell’acqua. Le persone si devono impegnare per mantenere in funzione le fattorie. Gli agricoltori devono mantenere il suolo e l’acqua sicuri e gestire l’erosione del suolo. L’uso delle acque reflue può essere un rischio perché potrebbe diffondere malattie nel suolo o nell’acqua o contaminare il cibo.

6. Quali sono gli ostacoli ai programmi di agricoltura urbana?

Può essere difficile ottenere terreni per avviare un programma agricolo nelle aree urbane o suburbane. Nelle aree urbane, non c’è molto spazio aperto per le fattorie più grandi. Esistono regolamenti su dove sia possibile eseguire iniziative di agricoltura urbana.

Dopo tutto ciò che serve per mettere in funzione una fattoria, un agricoltore deve gestire i costi operativi. Servono attrezzature, irrigazione (un modo per innaffiare le piante) e simili. Le città potrebbero avere regole che limitano ciò che si può fare, incluso allevare bestiame nella proprietà. L’allevamento del bestiame nelle aree urbane, infatti, comporta particolari preoccupazioni. Si deve evitare che i rifiuti animali inquinino l’ambiente, inclusa la potenziale contaminazione da pesticidi o antibiotici.

7. Che cosa serve per avviare progetti di agricoltura urbana?

Il campo è troppo vasto e le variazioni sono molteplici. Avviare un orto comunitario, per esempio, può essere relativamente semplice, soprattutto se la città consente di utilizzare la terra esistente. Le spese potrebbero dover coprire semi e strumenti solo se la città ha accesso all’acqua nelle vicinanze e non lo fa pagare.

Per quanto riguarda gli aspetti economici, si dovrà distinguere tra progetti di agricoltura urbana per:

  • autosostentamento
  • fini commerciale
  • hobby e tempo libero

In caso di progetti più complessi, a seconda del tipo di progetto e delle norme vigenti, probabilmente per avviare il progetto serviranno:

  • terra o spazio per un orto comunitario, per un punto di vendita, per una fattoria indoor
  • valutazioni ambientali dell’inquinamento dell’acqua o del suolo
  • costi delle attrezzature
  • eventuali costi assicurativi ecc.

Vedi anche:

In Francia l’agricoltura urbana si sta diffondendo ma stenta a consolidarsi